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SARA' LA FINE, MA NON E' LA FINE....

Siamo agli sgoccioli di un lungo e nuovo anno scolastico. Io ho cambiato giro di mamme, con il cambio scuola e devo dire che non mi sono nemmeno sforzata di creare nuovi legami con altre persone. I pochi legami si sono creati da sé, per vicinanza di casa e per affinità. Arrivo quindi settimana scorsa alla pizzata di fine anno con un 'altra mamma, consapevole di non conoscere quasi nessuno e di non essere conosciuta da quasi nessuno se non come "La mamma dei gemelli". I saluti di convenienza sono diventati il mio forte, poi dopo poche banali chiacchiere mi siedo vicino all'unica mamma con cui ho più conoscenza. La cena inizia tranquilla e serena, si toccano argomenti vari legati alla scuola e altro, finché all'ennesima proposta da parte di chi mi sta accanto di cibo, dal momento che la mia pizza non era ancora arrivata, ho avuto l'ardire di comunicare: "Grazie, ma non mangio la carne. Sono vegetariana". Questa frase ha scatenato al nostro tavolo
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Così carino così educato.

Il tema educazione è sempre presente nella mia sfera materna, sarà perché il mestiere più difficile di una mamma non è allevare, ma educare. L'allevamento è quella fase della vita del bambino dove tu curi principalmente il suo corpo, la sua nutrizione e la sua salute. Momento estremamente faticoso perché richiede un impegno costante 24 ore al giorno e 7 giorni su 7 e quindi accade che dopo un periodo estenuante di cura, una mamma prende il respiro. Proprio lì però arriva il momento di educare.A volte questo compito che è fondamentale passa sotto gamba, proprio perché la stanchezza arriva e quando i bambini riescono a fare delle cose da soli e tu vedi la fine del tunnel. Proprio là in fondo dove c'è la luce parte un'altra lunga galleria dove si entra e non se ne esce. Come il lungo tunnel sotto la Manica  che ti porta in fondo al mare per poi riemergere in un paese nuovo, così il lungo tunnel dell'educazione ti porta nel fondo del tuo animo per poi riemergere nella quot

MI dispiace devo andare.

Mi sono fermata a riflettere su questo periodo, dove per incastrare ogni cosa ed ogni esigenza...corro. Corro non nel senso che svolgo un'attività di running, che ho sempre sognato di fare, ma corro per spostarmi da un luogo all'altro, da un impegno all'altro e pure da un pensiero all'altro. Nella mia mente la frase che regna sovrana è "Devo andare" e via come un fulmine parto, stacco la spina e ne metto un'altra, metto una giacchetta e ne tolgo un'altra.  Tutto questo correre e andare, non mi permette di fermarmi, di respirare e tutto è un affanno. Io questa immagine da mamma razzo non la voglio lasciare ai miei figli. Vorrei che loro abbiano la bellezza di godersi il tempo, anche quello vuoto; vorrei che avessimo  il tempo da perdere, il tempo da sprecare, quel tempo lento che ci culla e ci trasporta. Le nostre giornate invece sono quelle di Cape Canaveral, sempre pronte sulla pista di lancio, sempre con il  conto alla rovescia, pronti ad essere

QUANDO PIANGE LA MAMMA

Ci sono momenti in cui la sofferenza c'è e si sente. Circostanze della vita in cui siamo fragili, vulnerabili e quindi le lacrime solcano le guance e tu ti ritrovi a piangere quando meno te lo aspetti e  con sei occhi puntati addosso e allora provi a  far finta di nulla. In questi tristi momenti una mamma cosa fa? Finge che nulla sia accaduto e continua imperterrita ciò che stava facendo. Già, perché, a volte le lacrime scendono quando meno te lo aspetti e tu pensi sempre di averla scampata e di non essere vista, quindi tiri su con il naso, asciughi le lacrime e ti pizzichi un po' le guance in modo che siano rosse come il naso e sorridi. Ma il problema è che "quelli" non li freghi. Ti guardano con aria indagatoria e poi "Mamma, hai pianto?". Tu,  adesso ne devi uscire da quella domanda e vorresti cadere in piedi, come il gatto quando casca dall'alto e si gira per toccare elegantemente il terreno con le zampe, quindi sorridi di convenienza e "Io

THE DARK SIDE OF THE MUM

Non so se capita solo a me, ma credo di essere posseduta da diversi sentimenti materni. Questi sentimenti passano così velocemente dentro di me, che a volte mi sento come posseduta e incapace di capire quale è lo spirito guida del  mio essere mamma. Riconosco che ho una pazienza a volte infinita e ho il dono dell'essere accomodante, ma a volte basta un niente a trasformare una soave frase nell'urlo di un'orchessa. Capita che la carezza che sto facendo sul viso del mio bimbo vorrebbe trasformarsi in un pugno, ma poi so che non si fa e quindi stizzita mi alzo e cerco la fuga prima di compiere l'irreparabile. Allora a volte mi soffermo a pensare a tutti i lati in ombra che possiede la maternità, ma che nessuno dice e cita.... Perché non è bello affermare che si stava meglio anche senza di loro e che a volte una settimana di tregua è un sacrosanto diritto.  Non si può dire che non è bello alzarsi di notte e che a volte vorresti solo rimettere il cuscino sulla testa e f

WALK IN THE WILD SIDE.

Mi capita spesso quando cammino di mettere in moto troppo il cervello e di perdermi nei gomitoli aggrovigliati dei miei pensieri. Sarà che è un periodo in cui sto facendo della manutenzione, ovvero ho iniziato a prendermi cura delle parti di me che cigolano e scricchiolano, quindi faccio fatica a fermare pensieri. Mi interrogo sulle cose più banali come il mio modo di vestire, la cura del mio corpo e della mia casa e poi passo ad interrogativi più grandi: riuscirò ad accompagnare i miei figli nella loro crescita, ad essere presente nelle loro scelte senza giudicare, a dare a loro strumenti e valori a cui tornare quando si perdono. Insomma i pensieri spaziano e raggiungono anche interrogativi che mi riguardano: posso riuscire a migliorarmi ancora? posso permettermi di essere ambiziosa senza essere presuntuosa? cosa posso fare per sciogliere alcuni nodi dei miei gomitoli? e dopo averli sciolti come sarò? I pensieri poi vanno a incagliarsi anche tra i mille interrogativi della vita di

Tanti auguri a te....anche se non ci sei!

Domani é il tuo compleanno! 90 anni!Un grande traguardo. Già ma quest'anno non ci sei. É da quando sono piccola che ti sento dire che forse al giorno del tuo prossimo compleanno non ci saresti arrivata. Quest'anno é la prima volta che hai mantenuto la promessa.Anche se in realtà non l'hai mantenuta fino in fondo.Sono giorni che ti inciampo adosso: L'altro giorno ti ho visto nei panni piegati con cura lasciati sul tavolo della taverna. Poi ti ho sentito nel sapore del panino con l'uvetta che ho trovato sul tavolo della cucina. Poi quando ci sono giorni in cui l'unica cosa che vorrei é accarezzare le tue mani,basta che mi sfiori  il collo e il tuo filo di perle mi ricorda la tua morbidezza. A volte mi ritrovo a ridere pensando alle tue barzellette e al fatto che spesso non ti ricordavi la fine. Anche il tuo profumo si presenta inaspettamente e d'improvviso so che ci sei. Quindi cara nonna volevo dirti che nemmeno quest'anno sei riuscita a non arrivare